Ulteriore supporto alle aziende colpite dal caro bollette: rateizzazione delle bollette e garanzia pubblica Sace fino al 2024
Il decreto Aiuti-quater mette in campo un’altra misura per aiutare le imprese in difficoltà con il pagamento delle bollette ovvero la rateizzazione degli importi dovuti per consumi effettuati dal 1 ottobre al 31 marzo 2023, sotto la tutela della garanzia Sace.
La misura
Le imprese possono richiedere la rateizzazione a un tasso calmierato, di durata tra i 12 e le 36 rate mensili, degli importi dovuti per la componente energetica di elettricità e gas naturale con riferimento ai consumi effettuati dal 1 ottobre 2022 al 31 marzo 2023 e fatturati entro il 30 settembre 2023 per la parte eccedente l’importo medio contabilizzato nel periodo compreso tra il 1 gennaio e il 31 dicembre 2021a parità di consumo.
Le imprese che decidono di usufruire di questo aiuto, non potranno però usufruire dei crediti di imposta previsti per i costi di energia e gas sostenuti nei mesi per i quali è stata richiesta la rateizzazione.
Il mancato pagamento di due rate, anche non consecutive, determinerà la decadenza dal beneficio, con conseguente obbligo di versare, in un’unica soluzione, l’intero importo residuo dovuto.
Condizioni di accesso alla misura
Il fornitore di energia e gas ha l’obbligo di offrire una proposta di rateizzazione a condizione che l’impresa abbia ottenuto una copertura assicurativa per l’intero importo del credito da rateizzare.
A loro volta, le compagnie assicurative possono ottenere da Sace Spa una riassicurazione pari al 90% degli indennizzi generati dagli inadempimenti delle imprese. Tale riassicurazione viene prorogata al fine di coprire le fatture emesse fino al 30 giugno 2024 e relative a consumi energetici effettuati fino al 31 dicembre 2023.
Per le imprese consumatrici infine la norma stabilisce ulteriori requisiti di accesso che riguardano la distribuzione di dividendi o il riacquisto di azioni nel corso degli anni nei quali è riconosciuta la rateizzazione, l’impegno a gestire i livelli occupazionali attraverso accordi sindacali e a non trasferire le produzioni in Paesi extra-Ue.